
Ananke il Fumetto
13,90€
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Ananke
Categoria: Altro
Tag: ananke, antonella di muro, bonelli, dylan dog, fumetto, giuseppe candita, nerd, paolo antiga, sofia terzo
Soggetto e sceneggiatura di Marco De Rosa.
Disegni di Giuseppe Candita, Paolo Antiga, Antonella di Muro, Sofia Terzo.
Lettering e grafica di Lara Bartoli.
In principio siamo tele bianche dentro una cornice. Veniamo al mondo immacolati ed incorrotti, provvisti di una verginità fisica e morale destinata a intorbidirsi in ogni caso. Lo spazio di questo inquinamento è soggettivo, risponde a una misurazione interna che stima due grandezze: il dolore e la sua controproposta. Il modo in cui ci ribelliamo al primo determina il volume del nostro inquinamento, il grado di separazione interna per via del quale, a un certo punto, diventiamo una cosa oppure un’altra.
La pendenza di questo ago di bilancia intimo, privato, viene dal senso di giustizia a cui il cuore ci richiama. Al momento della nascita l’ago è fermo, immobile come lo stelo di una rosa in un campo senza vento. Vivendo comincia lentamente ad oscillare, e questa oscillazione si fa più forte quanto maggiore è la turbolenza che lo investe. Perché l’ago torni allo stato di quiete, alla condizione di equilibrio, il cuore deve recuperare ciò che gli hanno tolto. Può farlo a mezzo di molte soluzioni. Può delegare al tempo, per esempio, che si dice sappia far di conto e perciò chiudere in pareggio. Può insorgere esercitando la sua vendetta personale, impartendo castighi e punizioni lì dove il cielo non riesce e perciò tarda ad arrivare. Oppure, può consegnarsi alla sorte, al destino che cala sugli uomini come la carezza di una madre benevola o la lama di falce inclemente che non conosce perdono.
Si racconta che la vita sia un filo avvolto intorno a un fuso con una lunghezza stabilita a monte dalle Parche, e una amputazione decisa al momento del passato senza inizio. Srotolandosi, ogni filo incontra un altro filo, e poi un altro e un altro ancora. Ciascuna vita preserva l’unicità con cui è stata concepita ma, intrecciandosi alle altre, tesse la trama e l’ordito di un progetto più grande, che confonde i dettagli e cela l’epilogo. Si muove allora come guidata da una mano invisibile che sta al di sopra di tutto: fu Ananke, per gli antichi, legge di natura neutra e insopprimibile. Ananke non è buona né cattiva, è la fatalità che accade per come accade, la necessità ultima e regina a cui nessuno può fuggire.
Antonia Storace
Ananke, fatalità o necessità.Non importa ciò che cercavi. Importa solo ciò che ti ha trovato.

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